Tutto sull'Accademia dei Sartori di Roma

2023-02-15 15:22:01 By : Ms. Anna Lee

L'Accademia dei Sartori offre la formula perfetta di modernità e tradizione, racconta il suo direttore.

"Il termine 'eleganza' deriva da eligere, in latino 'saper scegliere', e sempre più giovani vogliono esercitare questa possibilità in modo gratificante, per sé stessi e per l’ambiente”. È con queste parole che ci racconta la riscoperta dell’artigianato da parte delle nuove leve Alfredo de Giglio, Direttore dell’Accademia dei Sartori, un’istituzione assolutamente unica nel suo genere, che lotta per tramandare la tradizione sartoriale e svelare la contemporaneità intrinseca del classico. Ammantata di un fascino antico che risale al tardo Rinascimento, a un primo sguardo anche quella dell’Accademia dei Sartori potrebbe sembrare una storia di italianità non del tutto nuova. Fondata come Universitas Sutorum nel 1575 in Piazza del Campidoglio, a Roma, per volere di Papa Gregorio XIII e chiusa nel 1801 in seguito allo scioglimento di tutte le corporazioni da parte di Papa Pio VII, poi rinata dalle ceneri nel 1947 grazie all’intraprendenza del maestro sartore Amilcare Minnucci, la storia della scuola si intreccia infatti a doppio filo con quella territoriale, politica e pontificia. Eppure, in via Francesco Crispi 115, dove si trova la sede attuale, si è lontani anni luce dal passato.

Molto più che una semplice scuola di formazione per maestri sarti, col suo approccio aperto e multidisciplinare, oggi portato avanti dal Presidente Gaetano Aloisio, l’Accademia si propone come un ponte tra tradizione e innovazione e, perché no, anche come un’alternativa interessante alle scuole di moda più patinate. Lungi dal rimanere congelata in un’immagine statica e antiquata, la figura del maestro sarto si ammanta di una nuova luce e si apre a più ampie vedute: non solo artigiani, qui si formano anche esperti di management e comunicazione. "Il sarto oggi si deve muovere, viaggiare, incontrare, conoscere" spiega de Giglio. "La clientela di una sartoria da locale si è fatta internazionale, con un potenziale enorme, ancor poco sfruttato. I cosiddetti trunk show - appuntamenti con clienti in altre città da quella d’origine- sono un fenomeno sempre più diffuso e permettono di raggiungere clienti in ogni parte del mondo. Da una parte i social, che non hanno barriere, dall’altra i trunk show: oggi si può davvero essere internazionali".

E l’Accademia fornisce ai propri studenti tutte le risorse necessarie per sfruttare appieno le nuove opportunità. "Il sarto oggi deve saper interagire con clienti di varie culture e con diverse sensibilità, deve saper parlare le lingue, deve saper organizzare un viaggio, gli ordini, il processo produttivo. Deve infine, saper gestire i collaboratori anche a distanza, non più stando in bottega. Il sarto non può più essere, quindi, quello che l’iconografia ci consegna. Deve essere un vero e proprio imprenditore".

L’Accademia rappresenta un unicum, tant'è che la visibilità dei trenta studenti ammessi ogni anno è garantita dal lustro della scuola – parte della World Federation of Master Tailor – e dalle occasioni pubbliche di presentare il proprio lavoro a una nicchia interessata e autorevole. "Quest’anno a settembre si è svolta l’edizione annuale di Stile Sartoriale, l’appuntamento di due giorni in cui promuoviamo convegni, incontri con le istituzioni, mostre e sfilate, dai maestri più affermati ai giovani. Nel 2022 hanno sfilato i ragazzi che hanno preso parte al concorso Manichino d’Oro, dedicato alla sartoria femminile. L’altro concorso è forse il più noto Forbici d’Oro, nato nel 1951, per la sartoria maschile." racconta de Giglio. Non finisce qui, quest’anno l’Accademia ha infatti anche avviato una collaborazione con la celebre azienda tessile Vitale Barberis Canonico, tra le più antiche al mondo, per garantire borse di studio, visite in azienda e lezioni ad hoc sul tessuto.

Come la maglieria e altri campi creativi legati all’artigianato, anche la sartoria sta vivendo una fase di profonda rinascita che riflette le esigenze del nostro tempo. Innanzitutto, se da un lato tendenze social e fast fashion contribuiscono a un’omologazione estetica, dall’altro la moda deve costituire innanzitutto uno spazio in cui sentirsi libero di esprimere la propria unicità fondata sull’attenzione al dettaglio. "La sartoria permette di avere un capo personalizzato, quindi unico, con materiali naturali e sostenibili, duraturo, che non passa mai di moda e che si può modificare, essendo tutto costruito a mano. Spesso gli abiti di sartoria durano ben oltre una vita, si tramandano, si trasmettono. Raccontano di noi" afferma de Giglio.

Un ruolo fondamentale lo gioca poi il rispetto per l’ambiente, tra i valori che la Gen Z ha più a cuore. "L’industria della moda è una delle più inquinanti, la sartoria è sostenibile in ogni suo passaggio; etica ed estetica si fondono. Per questo oggi tanti ragazzi sono alla ricerca di capi vintage, capi del passato con un vissuto e una storia da raccontare". Ma non si tratta solo di questo, mentre le grandi aziende di moda cavalcano l’onda del metaverso, di contro assistiamo anche a una riscoperta del lavoro manuale, testimoniata dal boom dei progetti DIY promossi sui social dai più giovani. Anche in questo caso, una risposta si può ricercare proprio nella sartoria. "C’è l’esigenza di dare concretezza ad una vita sempre più virtuale. L’artigianato è un modo di dare forma alle proprie aspirazioni, di trarre soddisfazioni dalle proprie capacità, di toccare con mano il frutto del proprio lavoro" commenta il Direttore. Così come accade per il greenwashing, per cavalcare questi sentimenti comuni alcune catene si stanno appropriando indebitamente del vocabolario sartoriale. In questi casi, meglio diffidare,secondo de Giglio infatti "Non si possono avere grandi numeri nel nostro mondo, se non tradendo lo spirito del 'su misura'". Fedeli alle proprie origini e all’arte del saper fare, ma pronti a cogliere le sfide di un mondo sempre in evoluzione, i maestri sarti formati dall’Accademia sono figure complesse con "una grande tecnica, conoscenza della storia dell’abbigliamento, cultura, conoscenza del mondo tessile, capacità empatica per saper accontentare i clienti" e molto altro.

Il sogno però è ancora in divenire. Se per l’immediato futuro si prevedono collaborazioni con istituti universitari per sintonizzare sempre di più l’offerta con le nuove esigenze del mercato, il progetto a lungo termine del Presidente Aloisio è "la creazione di una vera scuola dei mestieri in cui non solo sarti, ma anche camiciai, calzolai, etc., possano un giorno formarsi per continuare a dare lustro al su misura italiano nel mondo".