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2023-02-15 15:25:59 By : Ms. Caster Wheel ZR

Uno dei passatempi più amati dai turisti in una città antica come la nostra, è spuntare dalla guida i suoi segreti. Che solitamente risalgono a centinaia di anni fa, ma sono ancora oggi una scoperta. Si dice che Bologna abbia 7 segreti (si tratta in effetti di un numero magico e completo), anche se in verità siamo certi che ne abbia molti di più, e che tra questi uno dei più accattivanti, sia quello della "Cañabis protectio". Il motivo del suo fascino è presto spiegato: vedere tante foglie di cannabis sativa raffigurate in un affresco sotto a un portico della più antica città, fa un certo effetto. Fa sorridere, stimola battutine nella gaudente Bologna dove l’ebbrezza, si sa, non è inseguita solo a calici di vino.

Pagine e pagine online, parlano di questo affresco in via Indipendenza, poco dopo il caffè Canton de’ Fiori, sotto al portico che guarda piazza Maggiore. Raccontano di questa raffigurazione particolare e delle altre che si possono notare. È Il tema della puntata odierna del nostro podcast, ‘il Resto di Bologna’, disponibile all’indirizzo www.quotidiano.netpodcast e sulle principali piattaforme come Spotify, Google podcast e Apple podcast. Insomma, questo affresco che si vede alzando gli occhi in alto, sopra la vetrina del negozio di borse, celebrava una delle grandi ricchezze economiche della nostra città, ovvero la produzione e il commercio della canapa. Sopra al caffè, invece, prima dell’antica bottega La Coroncina, resta indelebile il motto "panis vita, canabis protectio, vinum laetitia" ovvero "il pane è vita, il vino è allegria, la cannabis è protezione". Era proprio questo materiale, un tempo, il perno della nostra economia. E sempre sotto al portico, si notano delle belle pitture di una donna al telaio, di un arcolaio con fuso svettante e due scritte, una un po’ rovinata e l’altra che recita ‘il piè gentil’, riferendosi al movimento attivato dal piede di una donna e di un bindolo per fare le matasse e la scritta "io ruoto e tu sospiri". Non ci sono molte notizie, però, sull’origine di questi affreschi all’altezza del Canton dè Fiori, come detto prima, già Casa Scappi e da un certo punto della storia Casa Stagni. Perché sono stati eseguiti proprio in quel punto? Viene in aiuto della storia e del podcast, proprio una discendente degli Stagni, la signora Elena Stagni, che ha scritto recentemente per Pendragon "Canton de’ Fiori. L’avventura di un’idea" e che racconta dell’architetto e pittore Augusto Sezanne, nato a Firenze e formatosi a Bologna (è colui che ha progettato la Palazzina Majani in stile Liberty, sempre su via Indipendenza), che affrescò il voltone del Canton de’ Fiori, proprio su invito di Francesco Stagni, nonno di Elena.

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