Il guerriero sarmata delle steppe e il suo tesoro

2023-02-15 16:18:53 By : Mr. Jack Dai

Filippovka, località alla confluenza dei fiumi Ural e Ilek, nei pressi della città russa di Ufa, è una delle necropoli più ricche e importanti di un’antica popolazione delle steppe euroasiatiche della fine del I millennio a.C. L’identità di questo popolo è ancora incerta; tuttavia, poiché il sito si trova nella regione dove un tempo vivevano gli sciti, molti ritengono che si tratti dei sarmati, un popolo iranico nomade conosciuto anche con il nome di sauromati.

La necropoli di Filippovka consiste di ventinove tumuli di terra, chiamati kurgan, di dimensioni variabili, disposti in una fila irregolare ad arco di circa sei chilometri con orientamento est-ovest. All’interno i sarmati disponevano i corpi dei defunti, accompagnate da lussuosi corredi funerari.

Tra il 1986 e il 1990 l’Istituto di storia, lingua e letteratura dell’Accademia russa delle scienze di Ufa, sotto la direzione di Anatoli Pšenišnjuk, iniziò gli scavi nella necropoli. L’obiettivo era il kurgan numero 1, posto al centro del complesso e battezzato “tumulo regale” per le sue notevoli dimensioni (più di sei metri di altezza). La sepoltura era stata ripetutamente saccheggiata, tuttavia all’interno della camera funeraria e nel corridoio è stata rinvenuta una notevole quantità di manufatti diversi: vasi di ceramica, legno, bronzo, argento e oro, armi e bardature di cavalli, ornamenti e oggetti da toeletta. Di grande interesse è stata la scoperta di un gruppo di oggetti in stile animalistico, tra cui ventisei statuette lignee raffiguranti dei cervi, scolpite a tutto tondo e rivestite di lamine d’oro e d’argento.

Nel complesso di Filippovka fu completata l’ispezione di diciassette tumuli - quella del tumulo regale rimase inconclusa - così, è stata organizzata nell’estate del 2013 una nuova campagna di scavi. La campagna ha permesso di completare l’esplorazione di una parte del kurgan numero 1 che misura circa cinque metri di altezza e cinquanta di lunghezza: gli archeologi hanno trovato un passaggio ipogeo nel lato orientale che conduce all’interno della tomba.

Una volta entrati, gli archeologi hanno trovato un calderone di bronzo fuso, del diametro di 102 centimetri. Le maniglie erano modellate secondo lo stile animalista scita-siberiano, con l’immagine di due grifoni. Giunti alla fine del passaggio, gli archeologi hanno trovato una camera sepolcrale di quattro metri per cinque di diametro e quattro di profondità, che a prima vista sembrava non essere stata violata. Nella parte inferiore giaceva uno scheletro umano e nei diversi strati del terreno è stato rinvenuto un corredo funerario particolarmente ricco e vario.

Gulnara Obydennova, archeologa e componente della squadra di ricerche del 2013 di Filippovka, afferma: «Il ritrovamento è veramente sensazionale perché la tomba era intatta: gli oggetti e i gioielli si trovavano esattamente nello stesso luogo originario […]. Gli elementi degli abiti e i ciondoli erano ben conservati. Lo scheletro era ancora coperta di gioielli e decorazioni e la sua mano sinistra teneva uno specchio d’argento con un manico d’oro ornato. I polsi erano adorni di bracciali». Vicino al cranio del defunto, agghindato con orecchini d’oro decorati con smalto cloisonné, vi era un piccolo scrigno di vimini pieno fino all’orlo di oggetti, tra cui un contenitore in argento con un coperchio, un pettorale d’oro, bottiglie in vetro, recipienti in argento e terracotta e denti di cavallo che contenevano pigmenti di colore rosso.

Sul vestito che copriva il corpo erano ancora in parte visibili ricami di motivi floreali, rosette e una placca in oro con rappresentazioni di animali. Sono state rinvenute anche 395 lamelle in foglia d’oro che erano state cucite ai pantaloni, alla camicia e a uno scialle con frange, tenuto assieme da una catena d’oro. Le maniche della camicia erano state ricamate con perline multicolore. Infine, vicino al corpo gli archeologi hanno rinvenuto un set completo per realizzare tatuaggi, composto da tavolette di pietra, aghi placcati d’oro, cucchiai in osso probabilmente usati per mescolare i colori e coltelli in ferro.

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La necropoli di Filippovka è da considerarsi il cimitero di un clan che esercitava un importante ruolo militare. I sontuosi corredi e, soprattutto, la qualità tecnica e artistica dei manufatti in stile animalistico consentono di equiparare i kurgan di questa necropoli ai più noti “kurgan regali” scito-sarmatici. Più di mille reperti sono stati ritrovati nella sepoltura, i quali costituiscono una risorsa inestimabile che puà far luce sulla storia del continente eurasiatico. Considerando la ricchezza del corredo funerario ritrovato, è molto probabile che la tomba appartenesse a un membro importante dell’aristocrazia sarmata.

Inizialmente, considerando la tipologia di oggetti rinvenuti, si riteneva che il proprietario della tomba fosse una donna; in realtà, le analisi osteologiche sembrano indicare, al contrario, che si trattasse di un uomo. Questa eventualità sembra sorprendere gli esperti, poiché è raro ritrovare la sepoltura di un guerriero sarmata circondato da oggetti personali anziché da armi.

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